Referendum sulla Giustizia

Il prossimo 12 Giugno in Italia si voterà, oltre per le amministrative, anche per i 5 quesiti referendari. 

All'estero abbiamo già votato per posta qualche giorno fa.

I referendum sono di tipo abrogativo, quindi se dovesse vincere il la legge sarà praticamente cancellata. 

E' naturalmente molto importante il quorum, come in tutti i referendum, e con il fatto che ci sono in diverse città le elezioni amministrative non è escluso che il quorum possa essere raggiunto. 

diciamo che c'è questo rischio.... ma, come sempre, l'informazione è molto scarsa e nemmeno i Comitati promotori e relativi partiti che hanno raccolto le firme, ossia Radicali e Lega, hanno avuto spazio per promuovere queste porcate.

Ops... ho già detto quello che penso... del resto è la verità e non ritengo tali quesiti meritevoli di essere promossi.

Si tratta in parole diverse di un'ennesimo spreco di denaro pubblico per due ragioni:

  1. le modifiche, che determinerebbero questi quesiti, interessano prevalentemente persone (politici) che peggiorerebbero la Giustizia in Italia
  2. le modifiche, in parte, sono già incluse nella riforma del ministro Cartabia

Promuovere e fare dei Referendum su un tema così complesso, dove la stragrande maggioranza degli italiani non conosce e non capisce nemmeno le conseguenze del voto (a prescindere dal Sì o dal No), vuol dire soltanto fare campagna elettorale e dimostrare al proprio elettorato quali sono i temi che interessano e che vogliono mandare avanti in Parlamento, pur sapendo che, come succede quasi sempre, non ci sarà il quorum quindi non è colpa del partito promotore se la legge non passa.

In questo caso specifico la Lega ha mostrato i "propri muscoli" nel raccogliere le firme e dimostrare ai proprio amministratori locali che la Magistratura è "brutta e cattiva" e che loro vogliono migliorarla.

Ovviamente questo si riferisce al quesito 1 , ossia l'abolizione del Decreto Severino che però interessa anche i "non amministratori" locali, quindi in caso di vittoria del Sì, anche i condannati in via definitiva per reati gravi potranno continuare a candidarsi o proseguire il proprio mandato politico

I quesiti sono:

  • abrogare la legge Severino sull’incandidabilità delle persone condannate
  • ridurre i casi in cui si può ricorrere alla custodia cautelare in carcere
  • obbligare i magistrati alla separazione delle carriere
  • dare la possibilità di valutare l’operato dei magistrati anche ad avvocati e professori universitari
  • abolire la raccolta firme per presentare la candidatura al CSM

Un ultimo commento è verso la modalità di valutazione dei magistrati. Se dovesse vincere il Sì, i magistrati sarebbero valutati anche da avvocati e professori universitari all'interno del consigli giudiziari del CSM, che tradotto vorrebbe dire che i magistrati sarebbero valutari da un'ampia base anche di persone che non svolgono il medesimo lavoro mettendo il magistrato alla mercé anche di avvocati che magari hanno perso una causa. Si colpirebbe moltissimo l'indipendenza del magistrato.